Sono le due aziende più
importanti e serie, o che provano ad essere serie, dell'universo mlm.
Nascono entrambe negli Usa, ma ormai sono delle vere e proprie
multinazionali con fatturati "di peso".
Amway afferma di aver fatturato nel 1999 circa 5 miliardi di dollari e
distribuisce più di 450 prodotti con il proprio marchio. All’inizio
della sua attività vendeva solo un detergente multiuso per la casa,
l’ormai mitico “l.o.c.”. Oggi confeziona e commercializza,
mediante vendita diretta multilivello, numerosi prodotti di largo
consumo. Oltre ai detergenti tratta anche cosmetici, casalinghi e
integratori alimentari, oltre a distribuire prodotti di altre marche
(orologi, elettrodomestici, gioielli, e così via). La vendita dei prodotti Amway non appare, secondo molte analisi, un grandissimo affare per chi vi s’impegna. Intanto, c’è un vero e proprio abisso nei guadagni tra la base e il vertice dell’organizzazione. Per un ristretto numero di “re dei venditori”, che arrivano a guadagnare miliardi al top della struttura, ci sono migliaia e migliaia di incaricati che neanche coprono le
spese. Secondo dati del 1996, in media i distributori Amway guadagnavano 88 dollari al mese, non considerando le spese per acquisti dei
prodotti. Per i distributori americani di maggiore successo, la vera fonte di profitto non è tanto la vendita dei prodotti, quanto la formazione, intesa come motivazione dei venditori, come costruzione di una vera e propria fede nell’azienda e in se stessi, nella propria capacità di vendere. Tra riunioni formative, meeting e assemblee, acquisto di materiali (manuali, videocassette e così via), se ne vanno non pochi soldi.
Il fenomeno Herbalife
esplode in Italia all’inizio degli anni Novanta. Allora era
facilissimo trovare volantini pubblicitari di questa rete multilevel, o
essere contattati dai venditori dei suoi prodotti dietetici. Lo slogan,
semplice e di grande effetto, era: “Vuoi dimagrire? Chiedimi come”,
seguito da un numero di telefono del distributore. Ancora oggi,
Herbalife opera in modo massiccio nel nostro paese, anche se preferisce
dare di sé l’immagine di una “normale” società di
commercializzazione di integratori alimentari e cosmetici. Non pone mai
particolare enfasi sul suo modello di marketing multilivello e sugli
aspetti più pittoreschi, come le convention entusiastiche o le
qualifiche dai nomi curiosi, che pure sono una realtà. Herbalife
nasce nel 1980, negli Stati Uniti. Vende prodotti nutrizionali,
dietetici e cosmetici, è quotata al Nasdaq, e nel 2000 ha raggiunto un
volume di vendita di 1,8 miliardi di dollari. Fondatore e presidente
della società è stato Mark Hughes, morto a soli 44 anni nel maggio
del 2000, per un blocco respiratorio causato da un eccesso di alcool e
antidepressivi. Dopo una rapida espansione iniziale, alla metà degli anni Ottanta Herbalife dovette fare i conti con pesanti problemi legali. La Food and Drug Administration (l’organismo federale americano incaricato di controllare il mercato dei medicinali e proteggere il consumatore) e la Procura Generale dello Stato della California contestarono sia i metodi di distribuzione multilivello, sia le asserzioni sulle proprietà dei prodotti Herbalife – che sarebbero stati in grado di far perdere decine di chili senza colpo ferire, oltre che di curare e guarire ogni sorta di malattia. Dopo un lungo braccio di ferro legale, nell’ottobre del 1986 Hughes ed Herbalife accettarono di pagare una penale di ben 850mila dollari, pur di chiudere la vertenza.
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