"Non è una truffa:
esiste la possibilità di arricchirti con un semplicissimo scambio di
messaggi via Rete!! Rasmus Lino è un
ragazzo danese che ha incassato in 5 mesi la bella cifra di £
64.700.000.000!!!!!!! Una notizia del
genere non passa inosservata!!!! Se vuoi sapere come ha fatto questo
simpatico giovanotto ad arricchirsi così in fretta, eccoti le
spiegazioni, ma prima di tutto sappi: non
mi interessa stare qui a convincerti sulla bontà o meno di questo
metodo. Io appena l’ho appreso ho deciso di provarci!! Questa catena
si differenzia dalle altre per la sua potenzialità di guadagno, con un
ingresso pari al costo di dieci caffè".
Questa che avete appena letto è la più classica (e forse la più
diffusa) catena di Sant’Antonio. Probabilmente, chiunque abbia
navigato in Internet almeno una volta ha letto messaggi simili a
questo. Nella sua semplicità, la storia di Rasmus Lino, il
"simpatico giovanotto" che in cinque mesi ha guadagnato quasi
65 miliardi di vecchie lire, è un perfetto esempio di quello che i
manuali chiamano "chain letter". Si tratta dell’evoluzione
tecnologica, via Internet, della tradizionale catena di Sant’Antonio
postale. Negli anni Ottanta, invece, soprattutto nelle grandi città
italiane si era diffusa una versione "diretta" della chain
letter: il cosiddetto "aeroplano" o "elicottero".
Si investiva un milione e se ne riceveva in regalo un altro: l’importante
era trovare sempre qualche nuovo passeggero da infilare nella
"lista d’attesa" del volo milionario. Ma alla fine gli
ultimi, o i più sfortunati, restavano immancabilmente a terra. La rete
si espandeva per via amicale o nel corso di incontri pubblici. Nel
momento di massimo fulgore, centinaia di persone si incontravano in
maxifeste in cui l’aeroplano completava l’equipaggio moltissime
volte, consentendo ricchi guadagni.
In ogni caso la sostanza non cambia. Nella chain letter, il reclutatore
spedisce ai potenziali iscritti una lettera con una lista di nomi,
compreso il suo, indicato all’ultima posizione della lista. Ai
reclutati si chiede di spedire del danaro (in genere somme modeste)
alle persone indicate nella lista (a volte, soltanto alla persona
situata nella posizione di testa, ovvero in cima alla piramide).
Dovranno poi copiare la lettera e cancellare la persona posta in cima
alla piramide, facendo salire di una posizione tutti gli altri, e
inserendo il proprio nome e indirizzo all’ultima posizione della
lista. E, va da sé, spedire in giro la lettera, cercando nuove persone
da reclutare.
Com’è ovvio, in questo schema si guadagna solo estendendo la rete,
trovando nuovi iscritti in grado a loro volta di trovare sempre nuovi
iscritti. Sulla carta, ciascuno dei reclutati dovrebbe riuscire a
giungere in cima alle molte milioni di liste di nomi in circolazione, e
dunque a incassare (come Rasmus Lino) miliardi e miliardi. Nei fatti,
la stragrande maggioranza degli aderenti non riceverà nulla, e una
piccola minoranza riceverà somme modeste. Sapete perché? Primo,
perché ciascuno dei destinatari di ogni lettera può arrestare la
catena, impedendo così a tutti coloro che sono nella "sua"
lista di ricevere i pagamenti attesi. Secondo, perché anche se tutti
fossero sul serio intenzionati a far proseguire la catena, per
funzionare il sistema dovrebbe poter contare su una popolazione
infinita e un mercato illimitato. Di livello in livello, infatti, se
ciascuno deve trovare cinque nuovi partecipanti per rientrare dalle
spese (cosa che cercheranno a loro volta di fare i nuovi aderenti), nel
giro di pochi passaggi, per i ben noti meccanismi della progressione
matematica, si supera l’attuale popolazione del pianeta Terra,
compresi bambini e ultracentenari.
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