Torna alla homepage 

Degiovanni: Freedomland e I@T

L'avventura in Borsa di Virgilio Degiovanni potrebbe finire come altre sue imprese: bene per lui – forse benissimo, con molti euro sul conto in banca – e forse con qualche fastidio legale. Male per molti: soprattutto per quelli che hanno comprato a 105 euro l'una le azioni di Freedomland, l'azienda da lui inventata e lanciata in Borsa. Oppure, altra possibilità, il castello di carta potrebbe crollare. I magistrati che hanno avviato l'indagine sul suo operato potrebbero incaponirsi e insistere.
Nessuno è in grado di dire come finirà questa storia. Si sa: nel magico mondo della finanza la differenza tra l'abile uomo d'impresa e il sofisticato confidence man, l'astuto truffatore in grado di conquistare la fiducia delle sue "vittime", non sempre è così evidente. Non è la prima volta che, nelle sue varie forme, il multilevel marketing viene utilizzato nel mondo della finanza. Ma è la prima volta che questo avviene in modo organizzato nel nostro paese, in un gran frullato che mette insieme Internet, la new economy, i santuari della Borsa, lo spirito imprenditoriale, la voglia di fare soldi presto e facilmente. Ed è anche la prima volta che, allungandosi, la catena multilevel fa diventare i consumatori, oltre che distributori, anche azionisti e finanziatori di un'impresa – la quale, a oggi, ha prodotto soltanto carta senza valore né prospettive.
Imprenditore rampante, aggressivo, spontaneo e calcolatore, il trentaseienne Virgilio Degiovanni ha cavalcato questi anni ruggenti arrivando ad accumulare un credito che sbalordisce. Partito se non dal nulla da molto poco, passato da un affare più o meno chiaro e redditizio all'altro, Degio (così ama farsi chiamare, così lo chiamano in tanti) nel corso del 2000 è riuscito a farsi dare retta da molti "grandi", o presunti tali, della piazza finanziaria milanese. O a metterli nel sacco, a seconda dei punti di vista. Banche d'affari come Banca Leonardo; Borsa Italiana, la società che gestisce Piazza Affari; la Consob, la Commissione che controlla il mercato finanziario: tutti hanno collaborato (o non ostacolato) per mandare in porto la quotazione di Freedomland: una società che oggi non ha fatturato, non ha dipendenti, non produce o lavora, non ha nulla se non i residui in cassa (197 milioni di euro) dei proventi della quotazione.
Degio, così lo chiamano, è il "profeta" del "network marketing", l'inventore dello schema Millionaire e il leader della rete di distribuzione multilivello I@T, le cui legioni esaltava in monumentali convention nei Palasport. Con la quotazione in Borsa di Freedomland (una scatolina che doveva permettere di navigare su Internet utilizzando la normale televisione, distribuita in multilevel proprio dalla rete di I@T), Degiovanni ha sapientemente sfruttato il boom della "net economy" dell'ormai lontano 2000, rastrellando ingenti capitali. Ben presto, però, Freedomland si è rivelata un flop, con pochissimi clienti. Ed il 5 ottobre 2000 il colpo di scena: secondo i magistrati, delle decine di migliaia di clienti dichiarati per attirare i risparmiatori e collocare le azioni, circa il 20% sarebbero stati inventati. Ancora, per i giudici Degio avrebbe venduto irregolarmente pacchetti di azioni ai "consulenti" I@T. Una vicenda che potrebbe presto finire in tribunale con serie conseguenze per Degiovanni, a meno di un patteggiamento e cospicui rimborsi ai malcapitati. Una storia ancora aperta, ricca di colpi di scena, segnata dal gravissimo incidente motociclistico dell'agosto 2001, che per 16 giorni ha visto Degiovanni in coma. Oggi sta meglio, recupera gradualmente, ma cerca di sfuggire al processo dichiarando di non essere in condizione di sopportarlo.
Sarebbe l'ennesima beffa, da parte di un antieroe borghese che sembra davvero uscire dalle pagine della Comédie humaine di Honoré de Balzac. Chissà se riuscirà a tirarsi fuori da questo pasticcio. Chissà se potrà davvero dedicarsi alla prossima sfida del network marketing – progetto al quale, spiega, sta lavorando alacremente da mesi, presentata di fronte al gruppo dirigente di I@T tra aprile e maggio 2002. Sarà, scrive Degio, "una Soluzione capace di cambiare la vita per sempre a tutti coloro che ci hanno creduto". Sarà "una Soluzione Globale capace di portarci ovunque, in questo Universo sconfinato della new economy". Sarà "il Progetto che può portarci al di là dei nostri Sogni".