La recensione pubblicata da Carta

di Daniele Barbieri

 

Amway, Herbalife, Millionaire: tutto cominciò (pare) quando nel 1919 Charles Ponzì – in realtà il parmense Carlo Ponzi – giunse a Boston e "mise a punto un meccanismo innovativo per diventare ricchi". Qualcosa di simile già circolava nella versione monetaria delle cosiddette “catene di sant'Antonio” (come si sa, la “catena” originaria attribuita al santo padovano suggeriva solo di sdebitarsi d'un gesto gentile compiendo 5 buone azioni nei confronti di altrettante persone).

La sigla mlm, ovvero multilevel markerting, spicca sulla copertina di Piramide d'oro, scritto a 4 mani da Roberto Giovannini e Davide Orecchio, con una breve prefazione (economico-borsistica, per così dire) di Paolo Leon e un'appendice matematica, che non si sa bene se definire, nei contenuti, divertente o agghiacciante, di Ennio Peres.

"Più di 5 anni fa avevo una vita molto dura" così inizia una lunga testimonianza, tipica della propaganda mlm, che naturalmente inneggia all'"entrare in azione" e "ai sogni che diventano realtà", raccontando di persone (nomi sì, cognomi quasi mai) che ora guadagnano decine di milioni al mese senza affaticarsi. Per arrivare a questi risultati occorre "dimostrare una disponibilità assoluta nei confronti dell'Azienda [il maiuscolo è nel testo] e saper rispondere quando ci chiama". Non a caso gli autori del libro documentano in un capitolo come alcuni metodi di reclutamento multilevel (o network marketing, se preferite) siano estremamente simili a quelli di sette religiose che chiedono agli adepti di rinunciare a tutto… e soprattutto al pensare con la propria testa.

Qualcuno ricorderà che in mezzo a tante tragedie l'Albania ebbe in sorte, nel '97, anche quella delle "piramidi finanziarie" costruite sul nulla e che caddero, travolgendo almeno 225 mila persone, provocando una clamorosa rivolta popolare. "Paese che vai, piramidi che trovi": così Giovannini e Orecchio raccontano storie simili in Romania, Russia e Stati Uniti. Un fenomeno, almeno in Italia, marginale? Per nulla. Se da uno solo dei casi citati nel libro, cioè la Consumer Recreation Service International Network Spa, esce la cifra di 130 mila cittadini (dei quali 30mila "lavoratori", anche se nascosti dietro improbabili nomi inglesi) coinvolti si può intuire quanti venditori, promotori, aderenti possa avere l'universo che va dal primo Millionaire e dalle primitive piramidi postali alle reti multilevel assicurative o ad Alpha Club "che nel giro di pochi mesi ha conquistato la fiducia di 60mila persone disposte a versare 7 milioni e 200mila lire per poter accedere ai servizi, a tariffe scontate, di un club internazionale di viaggi e vacanze".

Come precisano Giovannini e Orecchio (raggiungibili all'indirizzo piramidedoro@hotmail.com) non tutte le imprese che si basano su un meccanismo mlm devono, in quanto tali, essere mal viste in partenza… Dopo di che i due giornalisti non riescono però a trovarne una che ne esca limpida. Piramide d'oro pone due enormi, irrisolti problemi: da un lato la tutela dei consumatori, del tutto inadeguata (l'Unione europea tentò di mettere una pezza nel '98-99, poi si distrasse) e dall'altro cosa fa – e cosa rischi – davvero chi lavora nei meandri del multilevel marketing. Tanto più che questo sistema si incensa come "la professione più ambita e remunerata nel prossimo futuro […] e già, negli ultimi 10 anni, ha creato il maggior numero di nuovi miliardari tra le persone comuni". Balle? Certo, però difficili da smontare. Come del resto dimostra il Parlamento italiano. Dove domina l'azzurro. Perché, proprio come in uno degli slogan citati in questo libro, "L'azzurro del cielo è sempre più vasto delle nuvole".