Prendi i soldi e scappa

di Federico Monga
La Stampa
19 gennaio 2003


«IN ordine di importanza per me vengono 1) Dio, 2) la famiglia, 3) il mio paese, 4) Amway». Il mondo che i giornalisti Roberto Giovannini e Davide Orecchio raccontano nel loro documentato libro Piramide d´oro, realtà e miti del multilevel marketing è illuminato dai fari accecanti delle convention, è dominato da guru e santoni del denaro facile che promettono successo nella vita e negli affari a masse di venditori-consumatori in gremiti palasport o in squallidi seminterrati. Una volta entrati non ci sono più classi sociali. Tutti possono farcela a diventare, pagando profumati corsi motivazionali e acquistando kit del grande venditore, «Perla», «Zaffiro», «Diamante» e perché no «Doppio diamante» o addirittura «Corona ambasciatore». Ma chi vuole uscire viene umiliato, messo alla berlina, isolato. Miraggi, d´argento, d´oro e di platino. Tutti capi di se stessi e dei propri collaboratori, a loro volta capi di loro stessi e di altri collaboratori, fino a quando non si finisce in un tribunale con i santoni e i guru che arrivano con il jet personale dalle loro ville al mare e restituiscono pochi soldi a tanta gente. Sullo sfondo i governi dei paesi, le leggi nazionali e sovranazionali, le autorità di sorveglianza di Borsa che dovrebbero tutelare ma in realtà rimangono abbagliati e approvano, lasciano fare o almeno non hanno le capacità di prevenire. Giovannini e Orecchio avvertono subito che «il multilevel marketing di per sé non è una truffa», anche se assomiglia tremendamente ad una Catena di Sant´Antonio frullata con un po´ di new economy e di vecchie regole dei rappresentanti di commercio. E´ solo un sistema di vendita diretta di beni e servizi dove chi compra può anche vendere e può guadagnare soprattutto se si costruisce una rete sottostante di procacciatori di altri clienti-distributori. Senza negozi, di parola in parola, di porta in porta, di e-mail in e-mail. E´ un´organizzazione (nell´ultimo capitolo la matematica spiega perché le piramidi sono una truffa). E uno non può prendersela con un´organizzazione anche se il pioniere-ideatore, Charles Carlo Ponzi, un parmigiano trapiantato in America, ha collezionato condanne per falsificazione di banconote in Canada, per contrabbando e frode postale negli Stati Uniti e ha finito la sua vita in ospedale per poveri di Rio de Janeiro. All´interno e attorno alle piramidi d´oro, che sorgono in Italia, come negli Stati Uniti, in Albania, Serbia e Russia, troverete nomi molto noti: le stelle e le stalle di Millionaire e Freedomland di Virgilio Degiovanni, cosmetici e prodotti per lavare i piatti che stanno o che sono stati sicuramente negli armadietti della vostra casa, Microsoft, Infostrada, l´Ibm, Herbalife, polizze vita, l´americana Anmway che sponsorizza anche le campagne di Telefono Azzurro, Emergency e Legambiente. Numeri, testimonianze, interviste, promesse, documenti, accuse e professioni di fedeltà nella penombra delle piramidi, placcate oro. Tante patacche e pochi gioielli.