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Ssi, Crs, Alpha Club

Ssi
Di norma, quando il meccanismo mlm viene utilizzato per la diffusione di prodotti assicurativi o finanziari, si ha a che fare con una piramide o uno schema Ponzi. Dall’inizio degli anni Novanta, tuttavia, molte compagnie assicuratrici importanti e di fama hanno utilizzato reti multilevel per la vendita di polizze previdenziali. Il caso di maggior successo è quello della Bayerische Assicurazioni, società tra le più note nel settore vita, controllata dalla tedesca Bayerische Beamten 
Versicherung (Bbv), che dal 1992 diffonde polizze attraverso la rete messa a disposizione dalla Star Service International Holding AG: la Ssi, appunto il nostro caso. Il vero affare di chi lavora in Ssi, però, non è la vendita di polizze bensì l’espansione della rete multilevel. Il meccanismo è questo: vendere polizze per 21 milioni dà diritto a ricevere una provvigione di 2,4 milioni di lire, e la qualifica di “Primo Livello”. Una volta Primo Livello, non ha senso diffondere altre polizze, ma si deve piuttosto puntare a diventare “Strucky” (questo il nome con cui si designa l’upline, cioè il superiore in struttura), trovare nuovi collaboratori e costruire una propria rete. A quel punto, attraverso un complicato meccanismo di “unità prodotte” e di “coefficienti”, si avrà diritto a una “differenza imprenditoriale”, e a percepire una provvigione più alta, legata alla produzione della propria downline. Se la squadra vende (complessivamente) per 21 milioni, si diventa Secondo Livello; se vende 70 milioni, si diventa Terzo Livello e si guadagna di più. Si arriva al Decimo Livello, poi si va da B1 a B10, fino ad arrivare al vertice della gerarchia, da Alto 1 ad Alto 5. Gli eventuali scatti di carriera si verificano ogni trimestre. Insomma, il problema è trovare sempre nuovi aderenti, a cominciare da amici e parenti, con la scusa di “dare un’opportunità a una persona cara”. L’obiettivo, non lo si dimentichi, è quello di riuscire a far parte di quel “5 per cento di persone, come da statistiche, che diventa ricco”. 

Crs
Che per il loro network ci fossero problemi – e anche molto seri – i consulenti di Consumer Recreation Service International Network Spa se n’erano cominciati ad accorgere già da qualche mese. Da tempo i pagamenti delle provvigioni non arrivavano più con continuità, né tantomeno i clienti ricevevano i loro “Buoni Promoshopping”. Ma ecco che un giorno di novembre 2001, in una sede della società si presenta Enrico Lucci, uno degli “uomini in nero” del popolare  programma televisivo di Italia Uno, Le Iene. Il servizio va in onda il 29 novembre. Pochi giorni dopo, il 12 dicembre, il silenzio imbarazzato del presidente di Crs Roberto Mosca, di fronte alle incalzanti domande che Piero Marrazzo gli rivolge nella trasmissione Mi manda Raitre, mette il sigillo finale sulla vicenda di Crs, uno schema multilevel che (nonostante le molte promesse di rimborso di crediti e provvigioni) appare ormai definitivamente franato, con un crack che secondo alcuni osservatori ammonta a diverse centinaia di miliardi di lire. Dal punto di vista teorico Crs Network poteva essere definito uno schema mlm molto simile al classico modello del Ponzi Scheme: una piramide finanziaria, in cui le somme versate dagli ultimi arrivati vengono utilizzate per remunerare i precedenti aderenti. Su questa struttura di base decisamente semplice, Crs e i suoi fondatori (Roberto Mosca, Pierluigi Imperatore, Andrea De Sisti e Stefano Ferretti) avevano costruito una complessa impalcatura, con importi da pagare subito e buoni acquisto di valore maggiorato concessi successivamente, spendibili entro un certo numero di mesi per acquistare, con significativi sconti, benzina, ricariche telefoniche, viaggi, vacanze, case in multiproprietà, prodotti di supermercato. 

Alpha Club, ovvero il diritto di buttar via i propri soldi
Uno degli aspetti più curiosi delle reti piramidali è che, nonostante si tratti di meccanismi in fondo già visti e rivisti, non mancano mai gli audaci imprenditori, in grado di costruire strutture che palesemente lasciano a desiderare sul versante della legalità, né le migliaia di ingenui facilmente attirati dal miraggio della ricchezza. È la storia di Alpha Club, una società con sede a Torino che nel giro di pochi mesi ha conquistato la fiducia di 60mila persone, disposte a versare 7 milioni e 200mila lire per poter accedere ai servizi, a tariffe scontate, di un club internazionale di viaggi e vacanze. Ma soprattutto, persuase dalla possibilità di raccogliere altre adesioni e di ricevere, così, una remunerazione per l’attività di espansione della piramide. Evidentemente l’attività turistica non rappresentava che una copertura della vera attività, cioè il reclutamento di membri del network e l’estensione della piramide. Fino all'inevitabile crollo.