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News


15 settembre 2005
Adnkronos

Vendite a domicilio, arriva la legge

Entra in vigore la nuova legge che disciplina la vendita diretta a domicilio. Dal 17 settembre venditori
'porta a porta' con il tesserino. Dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, da sabato prossimo ecco come i consumatori potranno riconoscere gli incaricati e smascherare i truffatori. La legge 17 agosto 2005 n. 173 dal titolo ''Disciplina della vendita diretta a domicilio e tutela del consumatore dalle forme di vendita piramidale'', riconosce e regolamenta la vendita diretta a domicilio in tutte le sue forme e mette al bando le vendite piramidali o catene di S. Antonio. Il Provvedimento era stato varato dal Senato martedi' 26 luglio, segnando il successo della lunga battaglia di Avedisco per la tutela dei diritti dei consumatori e di quanti operano correttamente nel settore.

scarica il testo della legge (.doc)


11 giugno 2003
Ansa

Degiovanni patteggia 10 mesi di reclusione

Virgilio Degiovanni, ex presidente di Freedomland, ha patteggiato 10 mesi di reclusione (pena sospesa) con l'accusa di falso prospetto non causativo di danno patrimoniale e abusivismo finanziario. L'udienza si è tenuta oggi davanti al gup Cristina Mannocci che ha condannato, sempre con il rito del patteggiamento, anche Giovanni Romagnoni, l'ex amministratore delegato di Freedomland, accusato solo di falso in prospetto, a una pena pecuniaria di 3.040 euro. L'inchiesta su Freedomland era stata avviata un paio di anni fa dal pm Luigi Orsi. Degiovanni, come ha spiegato il suo difensore, l'avvocato Paolo Siniscalchi, ha messo a disposizione 36 milioni di euro per risarcire gli advisor. "A oggi - ha detto il legale - ne sono già stati risarciti 7-8 mila sui 14 mila ai quali, dai nostri conti, per tocca spetta il risarcimento". Il legale ha anche dichiarato di "essere soddisfatto a metà" e ha annunciato che contro la sentenza farà ricorso in Cassazione "confidando nell'assoluzione del suo assistito".

"Siamo soddisfatti a metà - ha dichiarato l'avvocato Siniscalchi -. Da un lato, oltre al fatto che è stata accolta la richiesta di patteggiamento, dal procedimento sono state escluse tutte le parti civili e quindi a nostro avviso è stato confermato ciò che abbiamo sempre sostenuto: nessun danno nei confronti né degli investitori né degli advisors. Dall'altro lato però non è stata accolta la nostra richiesta principale di assoluzione: per questo faremo ricorso in Cassazione". Degiovanni è stato accusato di falso in prospetto non causativo di danno patrimoniale per aver gonfiato il portafoglio clienti di circa il 20% per ottenere la quotazione del titolo Freedomland in Borsa, e di abusivismo finanziario: l'ex presidente, secondo l'inchiesta, aveva promosso il titolo Freedomland prima che la Consob e la Borsa ne approvassero la quotazione a Piazza Affari. "Abbiamo sempre contestato il reato di falso in prospetto - ha aggiunto il difensore - perché in una rete di vendita che aveva circa 20 mila advisor era fisiologico qualche conteggio errato del numero dei clienti. Non c'é stata però malafede anche perché il numero dei clienti non ha avuto alcuna rilevanza sul prezzo del collocamento del titolo in Borsa. Lo abbiamo dimostrato con una nostra consulenza tecnica".


25 Luglio 2002
Proposta di legge contro le catene di Sant’Antonio:
previsto l’arresto

ROMA - Basta con le catene di Sant’Antonio. Stop anche alle truffe mascherate da vendite a domicilio e alle strutture di vendita piramidale che hanno fatto cadere nel tranello 170 mila persone convinte di accumulare facili guadagni, in cambio di un investimento iniziale. E’ stata presentata una proposta di legge firmata dal deputato diessino Piero Ruzzante che sancisce il divieto, finora non previsto nel nostro ordinamento, di organizzare e gestire le "catene di Sant’Antonio". Nella bozza è prevista una pena che va da sei mesi a un anno di carcere per chi promuove attività di vendita piramidale, con un’ammenda compresa tra i 100 e i 300 milioni di vecchie lire, mentre per chi adesca le persone, inducendole ad affiliardi, è previsto l’arresto da 1 a 3 mesi e una multa compresa tra i cinque e i 50 milioni. L’iniziativa è stata sostenuta anche da Adiconsum e Federconsumatori.


20 luglio 2002
Ideata nel 1999 dal discusso imprenditore Virgilio Degiovanni
doveva diventare la Web-tv europea. Il progetto è fallito
Freedomland, scatta l'Opa sulla Spa che non produce nulla. L'offerta di acquisto punta ai 197 milioni di euro che ha in cassa Il "network marketing": sistema perfetto o catena di S.Antonio?

ROMA - Una Opa (offerta pubblica d'acquisto) su una società quotata in Borsa che non ha fatturato né dipendenti, che non produce né lavora per produrre, che non ha nulla se non i residui in cassa (197 milioni di euro) dei proventi della quotazione dell'aprile 2000, quando ai risparmiatori furono venduti a 105 euro titoli che oggi ne valgono 13. Una società il cui azionista di maggioranza è un uomo d'affari "discusso" per i suoi metodi di vendita (il multilevel marketing), sotto processo per falso in bilancio, abusivismo finanziario e ostacolo alla Consob. Parliamo di Freedomland, la creatura ideata nel 1999 da Virgilio Degiovanni, l'imprenditore milanese "profeta" del "network marketing", che molti giudicano poco più che una Catena di Sant'Antonio scientificamente organizzata. Su Freedomland, che doveva diventare una Web Television su scala europea, è scattata una offerta pubblica di acquisto per il 100% delle azioni da parte di Interactive, gruppo multimediale che fa capo all'imprenditore bolognese Gianluca Vacchi. Un'offerta giudicata "ostile" dal Cda Freedomland, che sottolinea come il solo valore della liquidità in cassa dovrebbe portare il valore di ogni azione a 13,6 euro. E bocciata anche da Degiovanni, nonostante l'inventore di Millionaire sia stato allontanato dagli organismi dirigenti dell'azienda dopo l'avvio dell'indagine da parte della magistratura milanese e abbia subito il sequestro (poi revocato) delle azioni di sua proprietà oggi controlla il 58,1% del capitale.
Con la quotazione in Borsa di Freedomland (una scatolina che doveva permettere di navigare su Internet utilizzando la normale televisione, Degiovanni sfruttò sapientemente il boom della "net economy", rastrellando ingenti capitali. Ben presto, però, Freedomland si è rivelata un flop. Secondo i magistrati, delle decine di migliaia di clienti dichiarati per attirare i risparmiatori e collocare le azioni, circa il 20% sarebbe semplicemente inventato. La parabola di Degiovanni ha segnato il primo fallimento del cosiddetto "multilevel marketing" applicato all'economia della rete. Un sistema analizzato da un libro apparso da pochi giorni nelle librerie, La piramide d'oro, scritto da Roberto Giovannini e Davide Orecchio. La rivoluzione promessa da Freedomland non era sostanzialmente che questo: una gigantesca catena di Sant'Antonio analoga a quelle messe in piedi da Herbalife e Amway.
Perché scatta dunque una Opa su Freedomland? A far gola è la liquidità attualmente in cassa. E c'è un altro paradosso in una storia tutta italiana: secondo indiscrezioni, sostanzialmente confermate dai diretti interessati, potrebbe arrivare una contro-Opa a un prezzo più elevato (si parla di 12-12,5 euro per azione). Se ne starebbe occupando come advisor Livolsi & Partners, per conto della Profit, la società televisiva guidata da Raimondo Lagostena che controlla tra le altre Odeon Tv e Junior tv.